Diciamolo onestamente, il vero problema delle diete non è quel che si mangia, ma come lo si consuma. Sì, perché, un regime equilibrato quotidiano permette anche di lasciarsi andare qualche volta davanti a quelle trasgressioni alle quali per resistere ci vorrebbero integrità e volontà che spesso non ci appartengono.
E allora come fare? Nessun problema e, soprattutto, nessun senso di colpa se dopo una settimana di sacrifici a tavola, vi siete fatte prendere dalla tipica voglia del pacco maxi di biscotti o da un kebab con patatine. Basta essere consapevoli che per non distruggere i sette giorni di dieta, quel cibo in qualche modo bisogna toglierlo di mezzo, bisogna smaltirlo. In che modo? Bruciando più calorie con l’attività fisica. Niente di più.
E allora vediamo quanto ci costerà in termini di movimento (abbiamo preso la corsa come esempio) consumare quel buonissimo (ma pur sempre maledetto) junk food che ci ha ammaliato e ipnotizzato al punto da non renderci conto nemmeno che lo stavamo mangiando! (Se lo fate, però, almeno cercate di godervelo).
Panino tipo Big Mac: almeno 4 km (con l’aggiunta di patatine fritte, aggiungetene altri 6 km)
Patatine confezionate: per un sacchetto da 150 g possono essere necessari più di 10 km
Kebab: 12 km
Salatini (quelli tipici dell’aperitivo): 300 grammi si bruciano con 17 km.
Per le bevande, la situazione migliora: una lattina di una bibita zuccherata può essere smaltita correndo per 1,87 km.
La birra è invece più difficile: per bruciare le calorie contenute in una bottiglietta bisogna infatti correre per 2,88 km.
Ricordate, inoltre, che quando si parla di bruciare calorie, tutto fa: quindi ogni tipo di movimento rende il metabolismo più attivo. Ciò significa che, oltre all’attività fisica regolata, esiste anche quella spontanea (salire le scale invece di prendere l’ascensore, andare a piedi invece che in auto, portare fuori il cane, ecc…) che va incoraggiata. La sedentarietà, caratteristica tipica dei nostri anni digitalizzati, non aiuta la salute né tantomeno il fisico.