I commenti e i giudizi negativi sull’aspetto, sul fisico e sul corpo, per le donne, anche per quelle più libere e ribelli, hanno sempre un effetto particolare: quella frase detta così, senza pensarci, da conoscenti e commessi di negozi: “le ci vuole una taglia in più”, arriva addosso come un macigno lanciato con una fionda. Non che poi, una per rappresaglia diventi anoressica, ci mancherebbe, ma il pensiero è come se fosse programmato per restarci comunque male.
L’azienda americana di abbigliamento femminile SmartGlamour, che fornisce una “moda personalizzabile” (con taglie che vanno dalla XXS a alla 6X), ha deciso di ribaltare le offese in punti di forza da cui ripartire per aumentare la fiducia in sé stessi. E con la campagna #IamFlatter (sono lusingato) lanciata sui social network, ha voluto cercare di sfidare le percezioni classiche della bellezza con una serie di foto per nulla convenzionali.
Ha chiesto a donne di età, forme e culture differenti di raccontare le offese che hanno subito e indossare proprio quegli abiti che il mondo della moda ha sempre detto loro che non dovrebbero mai indossare. Il risultato è sorprendente…