Il Dalai Lama vorrebbe un successore donna. Ma la vuole bella… “altrimenti non serve a molto”

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Guida buddista donna? Ma bella

Guida buddista donna? Ma bella

Se anche il Dalai Lama pensa che il suo successore potrebbe essere una donna, forse ci siamo. Se però pensa anche che debba essere attraente “sennò non serve a molto”, dobbiamo fermarci un attimo a riflettere.

Perché mai e in che modo, per il ruolo di guida del buddismo tibetano, figura che dovrebbe infondere una visione del mondo spirituale, che, ricordiamolo, insegna che “la causa del dolore è il desiderio che trova godimento ora qui ora là”, dovrebbe essere importante la bellezza?

Noi, che abbiamo lottato contro un’immagine femminile legata solo alla bellezza, contro la volontà maschile di considerare la donna un corpo e un viso da ammirare (altrimenti a poco serve), noi che ci siamo imbruttite per scendere in piazza e lottare per i nostri diritti, noi che ci siamo appassionate alla filosofia orientale proprio perché lontana da questi cliché, ora dobbiamo ascoltare il monaco che ci insegna la meditazione, l’allontanamento dai desideri materiali, come arrivare al Nirvana, parlarci di bellezza.

Il monaco buddista spiega, al giornalista della Bbc rimasto basito da questa dichiarazione: “La donna biologicamente ha un maggiore potenziale di mostrare amore e compassione. In questo mondo pieno di problemi la donna dovrebbe assumere un ruolo più importante e ho già detto che se una donna deve arrivare, il suo volto dovrebbe essere molto, molto attraente”.

Sicuramente il Dalai Lama per bellezza non intende certo Botox e ritocchini, ma per volto attraente, vuole intendere un ideale estetico legato ad una purezza dell’animo. Vogliamo e dobbiamo crederlo…

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