Salty girls, quando la bellezza non è in un corpo perfetto, ma è il coraggio di andare oltre la malattia

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Salty Girls il progetto del fotografo Ian Pettygrew

Salty Girls il progetto del fotografo Ian Pettygrew

Ci sono cose che hanno cambiato la nostra società in un batter d’occhio, oggetti che hanno rivoluzionato la nostra vita e da cui ci siamo lasciati affascinare senza troppo rifletterci su. Si sono impossessati di noi senza chiedere il permesso e noi li abbiamo lasciati fare. Ce ne sono altre, invece, a cui resistiamo con forza: le osserviamo, le capiamo e le condividiamo, ma è come se non attecchissero. La voglia di lasciarle così come sono, viene a malapena scalfito.

tagli e tubicini con cui devono convivere queste splendide ragazze

tagli e tubicini con cui devono convivere queste splendide ragazze

Le campagne di sensibilizzazione, quando fatte onestamente, servono proprio a questo: a mettere davanti agli occhi delle persone intrappolate nel sistema, immagini “choc”, come spesso le chiamano i media, per impressionare e mandare, per meglio dire “urlare” un messaggio, che spesso è: “nel mondo ci siamo anche noi, e dovete riconoscerci e accettarci”.

Agli artisti piace molto essere i mediatori di questo messaggio, asservire il loro egocentrismo alla causa comune. Niente di male, anzi, se può servire, ben venga. Del resto, la potenza delle immagini (al positivo così come al negativo) è ormai chiara.

Il coraggio di mostrarsi come si è per combattere i pregiudizi

Il coraggio di mostrarsi come si è per combattere i pregiudizi

E così ha fatto Ian Pettigrew per il suo progetto Salty Girls: 77 ragazze affette da fibrosi cistica, malattia genetica ereditaria che colpisce i polmoni e l’apparato digerente e che quasi sempre porta alla morte, che mostrano senza imbarazzo i loro corpi tagliati e feriti dalle operazioni che hanno dovuto subire, i tubi e i tubicini con cui devono convivere.

Perché la bellezza non risiede soltanto in un corpo perfetto: la bellezza è anche il coraggio di sfidare i pregiudizi mettendo a nudo con fierezza, la propria fragilità per promuovere un’immagine positiva del corpo femminile, comunque esso sia.

Siamo così e non ce ne vergogniamo: il mondo non è perfetto

Siamo così e non ce ne vergogniamo: il mondo non è perfetto

Le immagini sono state raccolte in un libro e Pettigrew ha rivelato che quattro delle 77 ragazze ritratte sono morte prima della pubblicazione del libro, mentre altre cinque sono finite in terapia intensiva.

“Purtroppo l’idea che esistano dei corpi di cui vergognarsi è ancora molto reale e diffusa – ha detto il fotografo all’Huff Post Usa – e la comunità affetta da Fibrosi Cistica non è immune. Questo progetto ha il desiderio di restituire quella forza e quell’orgoglio innato nelle donne. Spero sia un modo per convincerle a riprendere la propria fierezza e non vergognarsi o imbarazzarsi del proprio corpo. Queste donne possono essere di esempio per tutte le altre”. Lo vorremmo anche noi.

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