Flamboyage, balayage, granny style: tutto quello che c’è da sapere per non fare confusione

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flamboyage, balayage, ecaille...

flamboyage, balayage, ecaille…

Le tendenze colore capelli, ormai, passano più veloci di un batticuore a quindici anni. Un tempo erano colpi di sole e meches a tenere il primato assoluto in fatto di tecniche di colorazione; poi Aldo Coppola nel 2001 lancia lo shatush (anche se il successo lo troverà qualche anno dopo), nato dall’idea di replicare l’effetto del mare e del sole sui capelli. Per ottenere questo risultato, le ciocche devono essere cotonate e successivamente schiarite. La sfumatura arriva fino a tre gradazioni, con un effetto più intenso sulle punte.

Ma nel giro di poco le tecniche per ricreare l’effetto “sono appena tornata dalla spiaggia” (che devono parte del loro successo alla minima necessità di ritocchi e manutenzione), si sono moltiplicate: flamboyage, balayage, ecaille, degradè splashlights…

Quindi, vediamo di chiarirci un po’ le idee per non lasciarci solo condizionare dalle tendenze, ma per capire meglio cosa è più adatto per noi. Ecco un piccola guida per non fare confusione.

Balayage: più delicato rispetto allo shatush, è la tecnica che più gli si avvicina. Anche in questo caso si schiariscono punte e lunghezze di solo uno o due toni. I riflessi risultano chiari ma non in netto contrasto con la radice.

Flamboyage: Evoluzione delle meches, si tratta di una tecnica che utilizza strisce adesive per intrappolare piccole e casuali quantità di capelli. I riflessi si creano su tutta la lunghezza per andare a fondersi perfettamente con il resto della chioma.

Splashlight è una “pennellata di luce” che però, in questo caso, illumina solo la parte centrale. Le radici restano scure, le punte un po’ più sfumate ma la schiaritura dei capelli si concentra a metà lunghezza.

Degradè: anche in questo caso si tratta di una decolorazione che si ottiene, però, lavorando su diversi toni colore e su ciocche sottilissime, quasi dei fili. Le sfumature e i riflessi sono naturali ma è di sicuro uno dei trattamenti che richiede più tempo.

Bronde: Si tratta di una colorazione che fonde il castano moka con il biondo miele ( il nome nasce appunto dalla fusione tra brown e blonde). Il suo effetto risulta più naturale, rispetto al bicolore dello shatush e del balayage, grazie ai riflessi che creano uno scintillante effetto luce.

Ronze: anche se la fusione linguistica, in questo caso, non rende bene come per la tecnica precedente, il termine deriva dall’unione tra red e bronze. Il ronze è adatto per ravvivare un rosso naturale o per movimentare un castano. Il risultato è quello di un colore fulvo ma stemperato da toni bronzo e dorati.

Ecaille (il cosiddetto tartarugato): si può considerare l’evoluzione del bronde che ha riportato, come abbiamo visto, la tendenza a una colorazione più omogenea e naturale. L’Ecaille, con un gioco di sfumature chiaro/scuro, crea un effetto più deciso, simile al guscio di una tartaruga.

Anche se l’estate è ormai alle spalle, le idee per mantenere il sole tra i capelli, di certo, non mancano. Se invece avete deciso un cambio radicale, che di sicuro non lascerà indifferenti, per l’inverno, tra i colori più di tendenza, c’è in assoluto il grigio. E’ il granny style: che consiste nel colorare i capelli di argento, con la possibilità di arricchirlo con riflessi cangianti dal viola, al rosa, all’azzurro. Dedicato alle più coraggiose, o alle giovanissime, che non hanno paura (o il problema) di dimostrare qualche anno di più ma anche a chi ha voglia di giocare con il colore come una vera star.

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