Dieta, è l’ora dei “climatarian”: dai torsoli alle croste di formaggio, mangio solo ciò che non distrugge il pianeta

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Vegetariani, vegani, pescetariani sono tutti termini che rappresentano coloro che, nei confronti della scelta del cibo, hanno scelto un approccio “pensato”: non si mangia quello che c’è, quello che piace o quello che si vuole. No, si fa una scelta di vita e il cibo diventa parte integrante di quella filosofia che si intende seguire.

La passione (ormai sempre più spesso trasformata in ossessione) del cibo che fa bene, o che pensiamo faccia bene, visto che se dovessimo seguire i consigli degli esperti, dovremmo cambiare idea molto spesso, si traduce in convinzioni che, essendo poi molto seguite, diventano enclave e gruppi di appartenenza. Nulla di male, ovviamente, ognuno della propria vita decide quel che vuole.

L’ultima in ordine di tempo sono i “climatarian” (intraducibile in italiano): il termine indica coloro che seguono una dieta, o regime alimentare, che limita i cambiamenti climatici. Il vocabolo è addirittura entrato a pieno titolo nelle food words più trendy stilato a fine anno dal New York Times.

Spieghiamo meglio: l’obiettivo è scegliere prodotti che impattino nel minor modo possibile sul clima per quanto riguarda i loro metodi di produzione, di trasporto e di imballaggio. Ovvero, la dieta migliore per noi è quella migliore per il pianeta.

Quindi sì all’ormai noto km zero e a cibi prodotti localmente, alla carne di maiale e di pollame, invece che di manzo e di agnello che inquina molto di più, sì ancor di più al pesce, a patto  di sceglierne uno che non arrivi dagli allevamenti intensivi. E ancora sì, all’utilizzo di ogni parte degli ingredienti, dai torsoli alle croste di formaggio per limitare gli scarti.

Secondo i dati di chi si impegna in questo ambito, i segnali che il pubblico stia cominciando a prendere in considerazione le diete sostenibili, sono sempre maggiori. Tanto per dirne una, esistono l’app EatBy2 e un nuovo social network, “climates”, dove gli adepti più esperti, ma soprattutto quelli nuovi sono già moltissimi. All’interno del sito viene spiegato di cosa si tratta e si può trovare anche una utile lista degli alimenti permessi e un ricettario per cucinarli al meglio.

Insomma, il pianeta è importante, l’azione dell’uomo lo sta annientando e i climatarian scelgono di dire no a questa tendenza distruttrice partendo dal cibo. Anche per loro punto fondamentale della dieta è la presenza o meno della carne: sono meno rigidi dei vegetariani o dei vegani ortodossi, ma anche per loro mangiare una bistecca, non è solo, soprattutto se consumata in eccesso, poco salubre, ma anche altamente inquinante. Perciò, la loro tavola, per essere accettabile, deve essere totalmente a prova di impatto ambientale. Il pianeta li ringrazierà? Ai posteri l’ardua sentenza…

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