Ti alzi, ti guardi allo specchio e osservi che di quel colore verdastro, che fortunatamente si riesce a confondere con un buon fondotinta, non ne puoi proprio più. Fuori c’è il sole, c’è quel primo profumo di primavera, c’è la maglietta più scollata e qualcuno ostenta anche la prima ballerina (si spera senza calze).
Quel colore in faccia proprio non si può vedere, basta, anche lo specchio dell’ascensore non ne può più. Due le opzioni: qualche lampada o gli autoabbronzanti. Qual è meglio, però? Sui raggi “finti” la battaglia dei medici si fa sempre più ossessiva, quindi a ognuno la scelta. Sugli autoabbronzanti, nonché di ultima generazione, la paura dell’effetto “itterico” e della macchia indelebile sulla camicia, è sempre molto forte.
(Mary Kate Olsen)
Ma “l’ultima frontiera” di questi prodotti promette effetti esaltanti senza quelli collaterali. I migliori sembra siano quelli che agiscono durante il sonno e Collistar propone la sua Maschera Magica Autoabbronzante Rigenerante che va applicata prima di andare a dormire e risciacquata la mattina al risveglio. Ma ci sono anche quelli più classici che agiscono in qualche ora come la Self Tan Autobronzant Flash Bronzer di Lancôme o l’Addition Concentré Eclat di Clarins, Varese Soin Auto-Bronzant di Stendhal. Qualche euro di meno costano il Sunific Sérum Starter Bronzage di Lierac, la Crema Autoabbronzante Viso e Corpo dell’Erbolario, la Defence Sun 50+ Crema Solare Colorata di BioNike o l’Idéal Soleil Lait Hydratant Visage et Corps di Vichy.
L’abbronzatura così superficiale dura in genere nel giro di quattro o cinque giorni e per evitare le macchie è indispensabile fare uno scrub prima di applicare la crema.